Chiamata da uno sconosciuto

Titolo originale: When a stranger calls
Regia: Simon West
Cast: Camilla Belle, Tommy Flanagan, Tessa Thompson, Brian Geraghty, Clark Gregg, Derek De Lint, Kate Jennings Grant
Nazione: USA
Anno: 2006
Durata: 87 minuti

TRAMA

Jill viene messa in punizione dai propri genitori e, per questo motivo, la sera in cui si svolge una grande festa organizzata dalla scuola, si appresta a trascorrere una tranquilla e noiosa serata da baby-sitter. La casa in cui presta servizio è incredibilmente enorme e tecnologica. La serata trascorre in modo tranquillo anche perché i bambini si sono addormentati. Jill vaga per la casa incuriosita dalla sua grandezza e dallo sfarzo incredibile di quel luogo. Ad un tratto, dopo aver ricevuto la visita di una sua amica, la ragazza inizia a ricevere delle strane telefonate. Inizialmente pensa al uno stupido scherzo ma poi si accorgerà che si tratta di un maniaco che la sta osservando e vede ogni suo movimento. Dopo essersi barricata in casa e aver attivato il sistema si allarme chiama la polizia la quale rintraccia il segnale della chiamata e rivela alla ragazza una verità orribile.

RECENSIONE

Film di Simon West che non è particolarmente degno di nota. Il tema dominante del film è qualcosa di già visto, dal tanto decantato "Scream" fino a un salto di parecchi anni prima per arrivare a "Il telefono" di Mario Bava. Trovata dunque non troppo originale per un film che nella prima parte, diciamo una buona mezz’ora fa cadere spesso lo spettatore nella noia più totale e quello che il regista ci vuole trasmettere è la paura dell’attesa. E comunque questo aspetto non è da buttare totalmente anche perché la ragazza si ritrova sola nella casa nel silenzio più totale; chissà a quanti di voi sarà capitato di ritrovarvi a casa soli e di sentire rumori ovunque. Come se non bastasse questo religioso silenzio ogni tanto viene rotto dagli squilli del telefono che suonano quasi come una condanna. Forse la pecca maggiore è che questa attesa dura troppo e sembra interminabile.
Altro aspetto da non sottovalutare è la casa. Voluta dal regista così grande in modo da essere dispersiva e strutturata come fosse un labirinto in cui la ragazza incontri serie difficoltà a nascondersi ma allo stesso tempo piena di finestre e vetrate in modo che il maniaco possa vedere sempre i movimenti di Jill.
Il finale, quando l’uomo esce allo scoperto è al cardiopalma e incolla letteralmente lo spettatore alla sedia. Sicuramente però a rendere alcune scene incredibilmente spaventose è l’utilizzo improprio del sonoro, molto in voga negli ultimi tempi, che alterna momenti di silenzio assoluto a rumori assordanti che fanno sobbalzare la ragazza e anche il pubblico che segue le sue gesta. Ottima anche la trovata di far parlare poco il maniaco al telefono in quanto risulta più misterioso e fa crescere l’ansia e l’attesa. Tutto questo di certo non basta a far innalzare il livello del film che rasenta sempre la sufficienza ma non è nemmeno totalmente da buttare. Un film da vedere con gli amici senza troppe pretese ma, a mio modesto parere, nemmeno da sottovalutare completamente.
Voto: 6
(Fabrizio Giansante)