H2Odio

Regia: Alex Infascelli
Cast: Chiara Conti, Mandala Tyde, Anapola Mushkadiz, Olga Shuvalova, Claire Falconer, Carolina Crescentini
Soggetto e sceneggiatura: Alex Infascelli, Vincent Villani
Scenografia: Eugenia Di Napoli
Musica: Steve Von Till
Produzione: Italia
Anno: 2006
Durata: 88 minuti

TRAMA

Olivia, protagonista del film, invita quattro amiche a trascorrere una settimana nella villa di sua proprietà, situata al centro di un lago e isolata dal resto del mondo. Il loro intento è quello di purificarsi attraverso la pratica del digiuno, una ricerca interiore che prevede, quali uniche pietanze, radici di liquirizia, sale e acqua. Nel gruppo, tuttavia, soltanto Olivia prende seriamente la cosa, decisa com’è a superare i sensi di colpa nutriti nei confronti della madre suicida e di una misteriosa sorella gemella. Le privazioni alle quali si sottopone, l’abuso di medicinali e lo scherno delle amiche, finiranno per trascinarla lentamente e inesorabilmente nel baratro della follia.

RECENSIONE

Angosciante come pochi altri, questo nuovo film di Alex Infascelli ha fatto notizia soprattutto per le modalità della sua distribuzione. Piuttosto che proiettarlo al cinema (dove, a mio parere, avrebbe suscitato soltanto insofferenza negli spettatori, causa le atmosfere snervanti e la regia frenetica), la casa produttrice “52” ha pensato di editarlo direttamente in DVD, allegato a riviste e quotidiani quali “La Repubblica” e “L’Espresso” (brillante il manifesto pubblicitario che recitava “Dal 3 maggio in nessun cinema”).
L’intento palesato era quello di “rivoluzionare il mondo della distribuzione cinematografica”, ma, ovviamente, gli addetti ai lavori speravano piuttosto di raggiungere il grande pubblico delle edicole... o, ad essere maligni, speravano di garantire la diffusione di un’opera controversa che difficilmente avrebbe sbancato al botteghino... e, a voler essere ancor più maligni, direi che neanche il DVD deve aver riscosso un gran successo visto il prossimo e quasi immediato passaggio televisivo su Mtv...
Ma queste sono solo supposizioni miste ad una buona dose di cinismo.
Passiamo invece alle critiche!
“H2Odio” è un film che non brilla certo per originalità, nel senso che si inserisce in un filone trito (se non ritrito) che annovera moltissimi predecessori sia in campo cinematografico (“The Hole”) sia letterario (“Cavie” tra i più recenti...); neanche la trama riserva troppe sorprese considerando che fin dall’arrivo delle ragazze sull’isola, si capisce subito chi ucciderà chi, chi è pazzo e chi no, etc. (anche se alcuni retroscena verranno spiegati nel corso del film da un inedito... Platinette...).
Una certa attenzione, invece, la merita il lavoro di Infascelli, svolto, come sempre, all’insegna della sperimentazione.
Il regista di “Almost blue” e “Il siero della vanità” non si smentisce ed anzi si concede molte più libertà artistiche rispetto ai suoi lavori precedenti, deliziandoci con una regia visionaria e introspettiva. Aspettatevi inquadrature allucinate e disorientanti, scene lente e lunghissime a rappresentare le paure della protagonista e il declino del suo labile equilibrio psichico.
Lo scopo è quello di generare un senso di ansia ed oppressione nello spettatore, trasferendo su di esso gli stati d’animo di Olivia e le sue amiche. Come loro ci si sente prigionieri, sudati e sporchi, privi di una qualsiasi via di fuga o di un appiglio attraverso il quale liberarsi dell’angoscia, sia essa dovuta agli incubi, ai sensi di colpa o alla fame crescente. Respiri affannati, lamenti e monologhi senza capo né coda sciorinati fra risolini isterici si sprecano, riempiendo gli spazi vuoti lasciati da una colonna sonora essenziale e ridondante, il cui ruolo è quello di scandire con estenuante malinconia il lento trascinarsi dei giorni sull’isola.
Non si può negare che il risultato sia addirittura disturbante e che verso la fine del film si ha quasi voglia di spegnere il video e respirare a pieni polmoni una bella boccata di aria fresca; ma non possiamo... perché rimarremmo a bocca asciutta (è il caso di dirlo), dato che soltanto negli ultimi trenta secondi ogni cosa diventa finalmente chiara e tutto riceve una spiegazione convincente e definitiva.
Poche le scene violente, ma davvero incisive e realistiche, talvolta brutali. Il che dimostra come un buon film dell’orrore riesca a suscitare tensione anche senza i bagni di sangue gratuiti (anche se nel film un bagno di sangue c’è... ed è tutto da vedere...).
Voto: 6,5
(Stefano Palumbo)