La casa del Diavolo

Titolo originale: The Devil’s rejects
Regia: Rob Zombie
Cast: Bill Moseley, Sid Haig, Sheri Moon, William Forsythe, Ken Foree, Matthew McGrory, Leslie Easterbrook
Sceneggiatura: Rob Zombie
Musiche: Tyler Bates, Terry Reid, Joe Walsh, Rob Zombie
Produzione: USA, Germania
Anno: 2005
Durata: 105 minuti

TRAMA

La polizia sembra aver trovato il covo della sanguinaria famiglia Firefly, celebre protagonista de “La casa dei 1000 corpi”; circondata la fattoria e imbracciati i fucili, i poliziotti credono ormai di avere in mano la situazione, ma i membri della famiglia non ci stanno: ingaggiata una dura sparatoria, due di loro riescono a farla franca e unitisi al grande capitano Spaulding, solcheranno le strade desertiche del sud degli Stati Uniti portandosi dietro sangue, morte e follia!

RECENSIONE

Più che un film una scarica di pazzia, un overdose di sadismo, violenza gratuita, urla, sangue e tanta tanta velocità: la sceneggiatura non si ferma un attimo, mai un minimo di tregua, il ritmo si alza e si abbassa, con colpi di scena che non finiscono mai di stupire. Il tutto coronato da riprese e da un montaggio frenetico, martellante, che insieme ai numerosi rallenty ipnotizza letteralmente lo spettatore.
In questo film non c’è niente che non sia al posto giusto, tutto coincide come nelle tessere di un grande mosaico: la sceneggiatura, la caratterizzazione dei personaggi, la scenografia, le musiche, insomma tutto si incastra perfettamente a formare un vero gioiello. La scenografia ci propone il Texas arido e rovente di “Non aprite quella porta”, ma quella di Rob Zombie è più una citazione che una scopiazzatura: si intravede per i primi 10 minuti la fattoria dei Firefly, piena di corpi straziati, di immondizia, ma la scena cambia continuamente: da squallidi bar di campagna in mezzo al deserto, a motel sporchi e polverosi, fino a bordelli decadenti pieni di luci lampeggianti; insomma questo è un vero road movie, un continuo viaggio sia esteriore, attraverso le deserte campagne del sud, che interiore, attraverso la follia e le anomalie della mente umana. La sceneggiatura è scritta ad hoc per un film così: ha un ritmo vertiginoso, c’è un continuo ribaltamento dei ruoli: chi era vittima diventa aggressore e viceversa; la trama cambia sempre, si adatta alle diverse situazioni e non stanca mai: non è uno di quei film in cui dopo pochi minuti si intuisce già il finale. Grande inoltre la caratterizzazione dei personaggi sia dei protagonisti che di quelli più marginali: un applauso per Bill Moseley e Sheri Moon, un’accoppiata davvero azzeccatissima, un insieme di follia, rabbia omicida, e tanta tanta sensualità, che si fa perdonare anche qualche battuta un po’ plateale. Nella prima metà del film sono loro che portano avanti l’azione: in fuga dalla polizia, si rifugiano in un motel dove presa in ostaggio una famiglia si divertiranno a mettere in scena tutto il loro sadismo; e credetemi questa parte è davvero travolgente. Non c’è la tensione lenta o strisciante comune a tanti horror, c’è un’azione velocissima, spiazzante che non ti dà neanche il tempo di pensarci su, che ti scuote, ti fa sprofondare nelle menti malate degli assassini e ti fa divertire un sacco! Azzeccatissima anche la figura dello sceriffo Wydell: il classico cow boy, con tanto di cappello, basettoni e pistola sempre pronta, che parla di fronte allo specchio per sentirsi più forte e sputerà sangue per trovare i tre fuorilegge e vendicare la morte del fratello ucciso nel precedente episodio. Insomma l’avrete capito: questo film è come un giro sulle montagne russe, un continuo saliscendi e un finale che non mi vergogno a definire epico, trionfale. Con il contorno di bellissime musiche anni 70, di un rock n’ roll un po’ country che si fonde splendidamente con quelle atmosfere.
Questo Rob Zombie sembra davvero saperci fare, sia come sceneggiatore che come regista: ci aveva stupito con le atmosfere allucinate e disperate de “La casa dei 1000 corpi”, e ora torna a meravigliare e quasi a sublimare il genere horror con questo gioiello, che non sa affatto di sequel e che sa stupire con idee, atmosfere e scene molto distanti dal precedente film, ma al contempo stupefacenti. Finalmente una ventata d’aria fresca in un genere che ormai da tanti anni ha ben poco da offrire.
Ottimo film.
Voto: 9
(Carlo Bonechi)