Dog Soldiers

Regia: Neil Marshall
Cast: Sean Pertwee, Kevin McKidd, Liam Cunningham
Sceneggiatura: Neil Marshall
Direttore della fotografia: Sam McCurdy
Musiche: Mark Thomas
Trucco ed effetti speciali: Image FX
Anno: 2002
Produzione
: Gran Bretagna
Durata: 101 minuti

TRAMA

I soldati contro i lupi mannari: questa, in sintesi, la trama di Dog Soldiers. Ne più ne meno. Non che sia un male, eh, per carità.
Vabbè dai, vediamo di essere un po’ meno avari...
Sei soldati vengono mandati in Scozia per un qualche tipo di esercitazione della quale, ovviamente, non sanno una cippa. Trovati - guarda caso - i resti sanguinolenti di un plotone di corpi speciali e tratto in salvo il loro capo, i poveri disgraziati vengono aggrediti da un branco di lupi mannari assai poco inclini al dialogo. Fortuna vuole che ci sia una bella quanto misteriosa ragazza che accorre in loro aiuto e li porta a nascondersi in una cascina tra i boschi, ultimo baluardo di salvezza disponibile.

RECENSIONE

Scorre via che è un piacere il film di Neil Marshall, in un crescendo emotivo veramente ben fatto, nonostante una sceneggiatura non del tutto chiara e ottimi dialoghi che spesso purtroppo cadono nei soliti cliché tipici della situazione. Un esempio di qualche caduta di tono del copione può essere rintracciato subito all’inizio, quando un soldato spara con freddezza a un cane, ma con una motivazione che lascia il tempo che trova. Oppure verso la fine, quando viene rivelato il colpaccio di scena da farti cascare la mandibola per la sorpresa, che però non si riesce a capire molto bene, e soprattutto - almeno per me - si fa fatica a legarlo con il resto del film.
Si tratta comunque di piccolezze, visto che, per il resto non c’ è proprio niente da dire. In fondo, c’è una casa isolata in mezzo al bosco, ci sono i soldati e ci sono i lupi mannari: non serve molto altro.
Certo, il regista ha cercato di variare e rinfrescare un po’ questo classico e abusatissimo canovaccio, e di questo posso rendergli atto e glorificarlo, evitando di sacrificarlo al dio dei B-movie horror, ma non è pienamente riuscito nel suo intento.
L’intreccio quindi regge (tolta qualche imperfezione comunque non così fondamentale), in virtù anche del fatto della grande atmosfera che si viene a creare. La fuga dei soldati dalla foresta, con i lupacci che si intravedono mentre li inseguono, è da cardiopalma, così come lo è il loro arrivo nella vecchia magione. La tensione rimane tale per tutta la durata del film, e penso proprio di non esagerare quando dico che non c’è un attimo di tregua per riprendere fiato.
Ma c’è qualcos’altro che colpisce: le interpretazioni, veramente credibili, da parte di questi attori sconosciuti, che ti fanno stare in pena per il futuro delle loro sorti. Nonostante a volte siano costretti a recitare dialoghi un po’ scontati, o battute un po’ forzate, loro rimangono sempre lucidi, vivi, reali. Una vera sorpresa, in effetti. Sentitevi le urla del capitano del plotone, quando il cane gli mangia le budella, e quando il suo vice gliele riattacca con il vinavil, poi ditemi.
A proposito dei dialoghi, comunque, si nota la volontà di Marshall di renderli più corposi del solito, più profondi e, sfruttandone la loro mole, cercare di dire qualcosa in più, scavando nelle personalità dei protagonisti. Come detto, purtroppo, non sempre riesce a fare centro, e neanche un pizzico di humour nero riesce a risollevare certe svolte poco felici.
Particolare, molto particolare la regia, a tratti frenetica e caotica (frutto di un montaggio impazzito e iper veloce), a tratti calma, lenta e riflessiva... Potrebbe risultare addirittura fastidiosa, è vero, ma al sottoscritto è risultata decisamente suggestiva. Ottima anche la trovata della visuale in bianco e nero dei lupacci cattivi.
Stupisce poi, in positivo, la volontà di fare a meno della stra-abusata computer grafica, preferendo i più classici costumoni pelosi e pesanti, che funzionano molto meglio di un freddo calcolo elaborato dal computer.
Un po’ meno meglio il trucco, con effetti splatter - pochi, relegati soltanto ad alcune precise sequenze - soltanto discreti. Ma almeno sanno far star male lo stesso.
In definitiva, quello che posso dire è che si tratta di un film dall’enorme potenziale, nonostante l’idea di fondo tutt’altro che originale, ma che non sia stato sfruttato nel modo migliore. Ciò non toglie che sia un gran bel film horror, che non ha niente da spartire con teen ager poco vestite, maniaci assatanati, fantasmi dagli occhi a mandorla e improbabili avventure porno-splatter nell’est Europa. Per fortuna, aggiungerei.

CURIOSITA’

Quella più evidente è che il regista Neil Marshall ha diretto il recente (e osannato dalla critica - miracolo!) The Descent, dove ai lupi mannari sostituisce creature orripilanti, ma più che altro amplifica e ingigantisce l’introspezione psicologica dei protagonisti (che in Dog Soldiers si intravede solamente, ma non viene fuori a galla del tutto).
Uno dei soldati si chiama Bruce Campbell, chiaro omaggio-citazione al protagonista di uno degli horror più importanti degli ultimi anni: La Casa.
Voto: 7,5
(Simone Corà)