Titolo originale: El
maquinista (aka "The machinist")
Regia: Brad Anderson
Cast: Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sanchez-Gijon, John
Sharian, Michael Ironside
Soggetto e sceneggiatura: Scott Kosar
Fotografia: Xavi Gimenez
Montaggio: Louis de la Madrid
Scenografia: Alain Bainee
Colonna sonora: Roque Banos
Produzione: Spagna
Anno: 2004
Durata: 102 minuti
Trevor (Christian Bale) non riesce a dormire né a mangiare, ha un aspetto cadaverico e profondissime occhiaie. Lavora da tempo come addetto alle macchine in un acciaieria, dove è emarginato per il suo comportamento scostante e pignolo. Lì lavora anche Ivan, uno strano uomo di colore che lui sembra essere lunico a conoscere. Trevor divide le sue notti insonni tra il bar dellaeroporto, dove ha stretto amicizia con la cameriera, e una prostituta con cui pure ha creato un legame di amicizia. Un giorno, durante unoperazione di pulizia di un macchinario, un suo compagno di lavoro perde un braccio attorno ad un macchinario che dovrebbe essere spento mentre Trevor è nelle vicinanze e tenta invano di soccorrerlo. Dopo questo episodio Trevor viene ulteriormente emarginato perché ritenuto dai colleghi responsabile di ciò che è accaduto. Ma è veramente così o è la strisciante paranoia che avvolge tutta la sua vita a farglielo pensare? Chi è veramente quellIvan che nessuno può vedere, che ha una mano sfigurata con un alluce al posto del pollice e giuda una macchina intestata allo stesso Trevor? Che cosa lo spinge ogni sera allaeroporto? Ma specialmente chi continua a lasciare sul suo frigorifero biglietti in cui vi è soltanto una parola che si forma progressivamente come nel gioco dellimpiccato?
Quello di Brad Anderson è cinema della follia. Ciò che gli interessa è descrivere i
labirinti della mente, come già avevamo potuto osservare nel bellissimo Session
9 e come probabilmente vedremo anche nel film su cui sta ora lavorando (il remake di
The crazies di George Romero, che era stato distribuito in Italia con il
titolo La città verrà distrutta allalba). Luomo senza
sonno ha per certi versi i tempi e i modi di un film dell'orrore ma in realtà è
qualcosa di più e forse... di diverso. Sin dal primo minuto di film, lo spettatore viene
contagiato dalla paranoia che striscia nella vita del protagonista devastata
dall'anoressia e dalla mancanza di sonno. Sin dall'inizio è avvolto da un'alone di
mistero, ed indotto a porsi una quantità di domande al seguito del protagonista. Poi la
storia si sfilaccia prendendo pieghe lì per lì anche poco comprensibili (ad esempio: che
cosa c'entra l'amicizia del protagonista con la cameriera dell'aeroporto, con la storia
principale?). Ma alla fine quando si scopriranno le carte, tutti i pezzi del mosaico
andranno a posto, mettendo in evidenza che almeno metà delle domande che ci eravamo posti
erano sbagliate e che il disegno era molto più sottile e raffinato di quanto ci fossimo
aspettati.
In conclusione Luomo senza sonno è un film oscuro, duro e disturbante
che ha il coraggio di attraversare i territori (e i terrori) più bui dellanimo
umano. Un film che tutti dovrebbero vedere anche se, decisamente, non per tutti i gusti.
Stupenda la fotografia. Sceneggiatura geniale e regia rigorosa ed efficacissima.
Voto: 9,5
(Massimiliano Prandini)