Titolo originale: The
addiction
Regia: Abel Ferrara
Sceneggiatura: Nicholas St. John
Cast: Paul Calderon, Kathryn Erbe, Edie Falco, Michael A. Fella, Michael
Imperioli, Annabella Sciorra, Jamal Simmons, Fredro Starr, Lili Taylor, Christopher Walken
Produzione: USA
Anno: 1995
Durata: 82 minuti
New York. Kathleen, una studentessa a due passi dalla laurea in filosofia, mentre esce dall'università viene attirata in un vicolo da una misteriosa e affascinante signora. Questa, dopo averla minacciata e colpita, la morde sul collo. In breve tempo Kathleen si accorge di essere stata aggredita non da una persona comune ma da un vampiro, infatti la sua vita e le sue abitudini si modificano radicalmente e la trasformano in una creatura notturna assetata di sangue.
E' un film molto particolare questo di Abel Ferrara. Definirlo un semplice horror è
riduttivo e forse sbagliato. La storia che ci troviamo di fronte ha sì le tipiche
caratterisitiche di una storia dell'orrore ma, il modo in cui viene raccontata e
sviluppata è diversa dal solito.
La prima cosa che salta all'occhio è sicuramente il bianco e nero, è difficile dire se
questa scelta del regista abbia un significato particolare o sia un modo, nudo e crudo, di
voler rendere a tutti i costi questa pellicola diverse dalle altre. Sicuramente la
mancanza di colori toglie risalto al rosso del sangue, inevitabile protagonista di un film
di questo tipo. In "The addiction" indubbiamente non si abusa di scene splatter,
non si versano quintali di sangue, anzi. A parte la scena finale, di sangue se ne vede ben
poco.
I vampiri ci sono ma non aspettatevi quelli dell'iconografia classica, niente canini che
si allungano o mostri che si polverizzano al sole. I vampiri di Ferrara sembrano più che
altro dei tossicodipendenti in crisi di astinenza che ricercano continuamente di placare
la loro fame di sangue. Quando consumano il loro ripugnante pasto danno l'idea di un
branco di bestie affamate senza ritegno. Quindi niente vampiri romantici dai prodigiosi
poteri.
Vampiri "anomali" in una storia narrata con lentezza, statica e a volte un po'
confusa. L'epilogo stesso, emblematico ed ermetico, lascia molto spazio, forse troppo,
alla libera interpretazione dello spettatore.
Probabimente questo è un film che andrebbe rivisto più volte per essere capito
pienamente.
Voto: 6
(Alessandro Balestra)