Titolo originale: Dawn of
the Dead
Regia: Zack Snyder
Cast: Michael Barry, Lindy Booth, Ty Burrell, Jayne Eastwood, Michael
Kelly, Mekhi Phifer, Sarah Polley, Ving Rhames, Jake Weber, Kevin Zegers
Sceneggiatura: James Gunn
Durata: 104 minuti
Produzione: USA
Anno: 2004
Ci sono e basta. Gli zombie, dico. No, non serve tirare sempre fuori un perché, a volte
non è necessario. Ma qui sono diversi. Oh, come sono diversi. Niente più lenti, stupidi,
goffi... niente più quel Cervello... Fame... Cervello. No, ora sono veloci,
con un minimo di intelligenza, un residuo di post-vita. E, diavolo!, come sono efficaci!
Come fanno paura, quando sono tutti assieme!
Ma partiamo dallinizio, và...
Il primo che vediamo è una bambina: sorriso insanguinato, capelli scompigliati, pelle sul
bianchiccio-morto-pallido-decomposto andante, e tanta, tanta rabbia in corpo. Salta, corre
e ringhia. E si mangia il collo del povero fidanzato di Ana. E linizio. Lui si
trasforma, sincattivisce manco gli avessero appena spento la TV durante la finale
dei mondiali, e si avventa sulla bella fidanzatina, che è costretta a fuggire, in una
città già avvolta dal quel caos classico di questi film che - sì, dai - tutti
conoscono. Incontra un gruppetto di sopravvissuti e corrono a rifugiarsi nel centro
commerciale. Qui fanno la simpatica conoscenza delle teste calde della vigilanza e della
loro mania di essere patroni ti mondo. La convivenza è difficile, ovvio, ma dopo un
po ci si abitua. Come ci si abitua al fatto che prima o poi la situazione dovrà
degenerare, altrimenti non starei qui a recensire un film, in questo momento, ma magari
starei mangiando un panino con la mortadella.
Caos, dicevo.
Già. Niente bikers brutti-sporchi-&-cattivi che si avventano sulledificio come
accadeva più o meno 25 anni fa nelloriginale, ma solo tante piccole cose tutte
assieme (zombi poco carini nel parcheggio, futuri mamma e papà decisamente antisociali e
alle prese con un parto molto poco amorevole, e robe così...) che fanno venire voglia ai
sopravissuti di andar via da lì, il più presto possibile. E magari con la testa
attaccata al corpo.
Ovviamente, la strada non sarà mica indicata con cartelli e frecce... sennò, che horror
sarebbe?
Molto buono, quindi, il remake di Zack Snyder. Al di là della trama (che un po si
arrampica sugli specchi), al di là del trucco, del gore e degli effetti speciali
(finalmente un ottimo uso di ketchup e salsicce, devo dire), al di là dei protagonisti
(bravini, direi), al di là del reale messaggio (andato perduto col passare del tempo -
che ci volete fare? Oggi il cinema è questo, e bisogna accontentarsi), riesce nel compito
più difficile: catturare lattenzione, far fluire langoscia e la disperazione
dallo schermo, rendere partecipe della drammaticità della situazione.
Ottimo, così come lo sono le musiche, volutamente fuorvianti ed allegre (Have a
nice day degli Stereophonics allinizio, prima che arrivi il bello, ad esempio)
in molti punti (finale compreso).
Brava Sarah Polley (Ana), veramente a suo agio nei panni della protagonista; discreti gli
altri attori: nessuna stella, ma svolgono con mestiere il loro compito. Ci sarebbe
qualcosa da limare e rendere più chiaro, ma in fin dei conti si può sorvolare.
A differenza del film di Romero, la trama è parecchio diversa, così come i personaggi,
e, ad esclusione del centro commerciale e della scena dello sceriffo tutto dun pezzo
(con un divertente cammeo di sua splatterosità Tom Savini), poteva benissimo essere un
film a sé stante. Differenti sono anche i momenti più spensierati e sereni
allinterno delledificio: se nelloriginale i sopravvissuti si stavano sì
divertendo, cercando di dimenticare linferno che cera fuori, ma sempre con
quella punta di amarezza e drammaticità che rimaneva dallinizio alla fine (eh,
ragazzi, la musica dei Goblin giocava un ruolo fondamentale), in questo pseudo-remake
cè una netta distinzione. Ci sono le parti divertenti (il gioco degli attori, il
vecchio gay che racconta la sua storia), e tutto il resto. Divisi: meno convincente avendo
in mente Zombi, ma comunque funzionale a dovere (è ovvio che sto cercando il pelo
nelluovo, non lapidatemi!)
Bello pure il finale, angosciante e drammatico, che si intravede tra i titoli di coda.
Cosa non mi è piaciuto? Innanzitutto la caratterizzazione dei protagonisti: sono tanti,
troppi, ed il film troppo corto (beh, 100 minuti buoni comunque), nega
lapprofondimento psicologico dei sopravissuti. Per alcuni di loro non cè
neanche il tempo per spendere una lacrima, visto che muoiono e quasi ti ritrovi a
chiederti se li avevi già visti prima da qualche parte. Cè poi il fattore del capo
della sicurezza. Il suo personaggio, non appena entra in scena, non è realistico, per
quanto assurda sia la situazione, e non sta in piedi. A tratti viene reso più umano
(quando suggerisce di andare a prendere il colore dalla ferramenta, ad esempio), ma non mi
convince proprio. A poco a poco cambia, diventando presto il Bruce Willis della
situazione: mega carismatico, cattivo e burbero, ed ovviamente eroe per eccellenza. Meglio
così, per fortuna.
Ci sarebbe da ridire qualcosa anche sullinizio, troppo banale e stupido, con Ana
alle prese con questi casi di zombificazione allospedale dove lavora, ma tutto
sommato dura poco e si può anche chiudere un occhio.
In definitiva, chiudendo un occhio su certe ombre della sceneggiatura (che resta il punto
più debole del film), facciamo tutti un bellapplauso a Zach. Bravo, non era mica
facile!
Voto: 7
(Simone Corà)