Nightmare - Dal profondo della notte

Titolo originale: A nightmare on Elm Street
Regia: Wes Craven
Cast: Amanda Wyss, Heather Langenkamp, Johnny Depp, Jsu Garcia, John Saxon, Robert Englund
Produzione: USA
Anno: 1984
Durata: 88 minuti

TRAMA

Si tratta di un brutto incubo o della realtà, quella che sembra volere la paura (e la vita) di un gruppo di teenager americani? Leggenda urbana o scherzo del destino, l’incubo ricorrente di un uomo nero con gli artigli che dà loro la caccia durante le ore di sonno?
Così Tina Gray (Amanda Wyss) si sveglia di soprassalto nel cuore della notte, destata dalle sue stesse urla causate da quell’incubo vividissimo che rivive ogni volta che chiude occhio. Ha il pigiama tagliuzzato tanto che la madre, che compare alla porta della sua camera da letto le dice: “Tesoro, o ti tagli le unghie o smetti di avere quegli incubi. L’uno o l’altro.” Si, perché sono proprio delle unghie, delle particolari unghie di metallo applicate su un guanto lurido, a riecheggiare nelle orecchie della ragazza mentre stridono sui tubi della vecchia ferriera abbandonata dalla quale è appena fuggita. E l’uomo che indossa quel guanto è deciso ad attenderla nei suoi sogni futuri non appena chiuderà occhio.
Quando la notte viene, e i genitori non sono in casa, Tina, sempre più minacciata dal ricordo dell’incubo, non vuole star sola. Allora chiama l’amica del cuore Nancy (Heather Langenkamp) e il suo fidanzato Glen (Johnny Depp) per tenerle compagnia. Ma l’amicizia che li unisce non basta ad allontanare dalle loro menti l’immagine dell’uomo con gli artigli. Nancy conferma di avere lo stesso incubo... Perfino Rod (Jsu Garcia), il suo boyfriend, il bullo smaliziato del quartiere col quale ha appena avuto un rapporto sessuale, le confessa di averlo.
Tina, sebbene rassicurata dalla presenza degli amici in casa e dal suo fidanzato, una volta addormentata, si ritrova a faccia a faccia col suo peggiore incubo: un killer tanto originale quanto spietato, intenzionato a darle un assaggio del suo stridente e micidiale guanto artigliato.
Corre, urla, Tina scappa nel sogno braccata dall’uomo col maglione verde e rosso e il cappellaccio sgualcito; e quando Rod si sveglia accanto a lei, disturbato dalle urla, assiste impietrito alla suo assassinio: Tina vola sul soffitto roteando, spinta da una forza misteriosa, mentre ferite le si aprono su tutto il corpo spandendo litri di sangue ovunque... E tutto questo mentre sta ancora dormendo. Di chi è la mano che compie tale barbarie? Non c’è nessun altro tranne loro due in quella camera da letto... Eppure Tina piomba sul pavimento cadavere.
La polizia arresta Rod, che si proclama fin da subito innocente; ma essendo solo un teppista con precedenti per droga, nessuno degli adulti gli crede, nemmeno il tenente Thompson (John Saxon), la cui figlia, Nancy, lo sprona a guardare al di là delle apparenze.
Turbata dall’omicidio dell’amica, Nancy, ossessionata da una madre alcolizzata e da un padre possessivo, si trova a combattere contro quel mostro onirico che sembra intenzionato a non concedere una tregua né a lei né ai suoi amici, un mostro il cui nome, Fred Krueger (Robert Englund), sembra far impallidire e ammutolire gli adulti di Elm Street, custodi di un segreto di vendetta, di sangue e di fuoco.

RECENSIONE

A Nightmare on Elm Street (Nightmare dal profondo della notte, in italiano), rimane il capostipite indiscusso di una serie di film (e poi di telefilm) fortunati che hanno portato alla ribalta Robert Englund come attore, senza dimenticarci dell’esordiente Johnny Depp, nonché ha proclamato Wes Craven maestro del B movie horror americano. Girato con un budget limitato e prodotto da una piccola compagnia cinematografica universitaria, la New Line - che diventerà poi una major producendo lavori come la trilogia del Signore degli Anelli, il film si avvale di effetti artigianali sapientemente utilizzati: una particolare camera rotante (usata in due scene), il complesso trucco di Robert Englund (che richiedeva ore di seduta), e l’indimenticabile guanto artigliato, che vale da sè un premio per la macabra originalità. Non da meno è la sceneggiatura, complessa nel suo iter filosofico (la migliore di Wes, a mio avviso), ma al tempo stesso efficace e fluida, ispirata, a quanto pare, da fatti di cronaca realmente accaduti e in seguito rielaborati dal regista. La colonna sonora è sempre presente nelle scene drammatiche tanto che diverrà, alla stregua del mostro artigliato, la componete per eccellenza di tutti i sequel futuri.
Nightmare è l’espiazione della colpa degli adulti che ricade sui figli, e al tempo stesso è la spasmodica ricerca della verità nascosta, come conferma il regista, unicamente possibile quando si è svegli e coscienti. Il sonno, infatti, ci rende deboli e vulnerabili, vittime di noi stessi attraverso i nostri incubi, il terreno di caccia migliore per un assassino che vuol fare piazza pulita dei figli degli uomini che l’hanno giustiziato sommariamente. E Nancy rappresenta l’adolescenza che cede il passo alla vita adulta, abbandonando con la forza e la reattività i mostri dell’infanzia che si aggirano ancora nel subconscio a chiedere ancora una volta il loro tributo di paura. E’ lei che cattura e uccide il mostro alla fine del film (non a caso è la figlia di un poliziotto), tirandolo fuori dal sogno (affrontando le sue paure), e voltandogli le spalle e dicendogli apertamente: “Non mi fai paura”. Quella è la frase che spezza la maledizione e apre le porte alla vita adulta, anche se si è consapevoli che di tanto in tanto, anche gli incubi più cattivi, possono a volte ritornare a farci visita.
Film da rivedere, magari anche comprare, e da custodire gelosamente nella propria videoteca casalinga, perché quel che viene dopo, ahimè, è soltanto robetta che è servita ai produttori per far soldi, depredandoli dalle tasche di un pubblico rintronato dal ricordo effimero di questo capolavoro ineguagliato.
Voto: 9/10