Sono una regina

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

“Sono una regina” pensò Julie mentre l’auto sfrecciava lungo la statale a fari spenti.

 

L’insano desiderio di quella corsa notturna era partito da un momento imprecisato del pomeriggio. Stava camminando senza fretta in centro quando aveva gettato lo sguardo tra gli specchi di un nuovo negozio. Un riflesso l’aveva colpita e si era avvicinata per guardare meglio, accorgendosi che non c’era nulla da vedere – solo uno specchio come tanti altri. Ma, forse per l’inclinazione, o per la posizione all’interno del locale, si era vista come non le era mai capitato. Sembrava in qualche modo luminosa, raggiante. E la sua espressione corrucciata, in quello scorcio, sembrava un sorriso tanto disarmante che si era sentita, per la prima volta da quando era diciottenne, BELLA. Bella come una regina.

L’illusione era durata solo un attimo, ma era bastata perché una strana euforia la sconvolgesse. Quindi si era concessa un giro dal parrucchiere poi in un costoso ristorante italiano, dove aveva ordinato anche due bottiglie di un rosso pregiato. Finita la cena non avendo nessuna voglia di tornare a casa era salita in macchina imboccando la statale fino al bivio per HighCreek. Lì aveva sorriso alla sua immagine riflessa nello specchietto, aveva spento i fari, ed aveva preso la deviazione per Whitening – pensando che quello era un bel nome per un regno. Più volte l’auto doveva avere preso contro qualcosa lungo la strada, ma non aveva perso il controllo.

 

Ed alla fine era arrivata.

 

Accostò la macchina sul ciglio della strada, spense il motore e scese.
La luna e le stelle le sorridevano. Gli animali del bosco le porgevano il loro reverente omaggio.
Lei aprì le braccia e si mise al centro della carreggiata per ringraziarli tutti.

 

“Sono un re” pensò Thomas sorridendo mentre l’auto sfrecciava lungo la stessa statale a fari spenti...

Marco Giorgini