di Massimiliano Prandini - pagine 142 - euro 10,00 - Damster Edizioni
Perdonatemi la digressione che piazzo qui all'inizio ma ci tenevo a infilarla nel discorso: Bestiario Stravagante è un libricino, il classico volumetto di circa 100-150 pagine che circola nell'editoria di piccole dimensioni; quando chi ama scrivere piccole storie paurose dà vita a una raccolta o a un unico racconto un po' più lungo. In questo caso però il volume è ben brossurato, con alette sulla copertina e caratteri di giusta dimensione perché chi legge non diventi cieco.
Tredici storie nere, un numero fortunato, accompagnano il lettore nel
mondo bizzarro e variegato dell'autore. Il campionario è vasto: un
vampiro che vende pannelli solari, un cane che forse è un ispettore
delle tasse, un burocrate con una gamba di marzapane e molto di più...
Comico o tragico che sia la regola è che il bestiario sia stravagante.
Chi si aspetta una rassegna di foschi archetipi, dunque, viene
accontentato ma solo in parte visto quanto spesso e inaspettatamente si
piomba nell'ironia pura come se il narratore ci invitasse a non
prenderlo troppo sul serio. E' proprio grazie a quest'altalena, un
saliscendi tra tinte d'umore, che si riesce ad apprezzare al meglio
l'opera, gustandone i momenti d'ilarità quanto le più serie implicazioni
celate nella metafora di una fiaba horror o di un personaggio costruito
ad arte per far riflettere sui comportamenti folli dell'umano genere: cosa c'è nella testa di un maniaco quando decide di suicidarsi? Quanto
rumore prodotto dalla giungla di cemento subiamo ogni giorno senza far
nulla per attutirlo? Ma sopratutto quando prenderemo contromisure per
difenderci da una possibile invasione di zombi?
Massimiliano Prandini apre le danze con 'Dieci giorni al barbacane', personale
rivisitazione del mito dell'apocalisse, esibendosi poi in varie
performance tra cui 'Una serata come tante altre' dove conosciamo
l'autista mesmerizzato, eternamente al volante perché è morto sotto
l'effetto ipnotico della guida e 'Lo specchio', oggetto misterioso in
grado di ospitare forme di vita di cui non immaginiamo l'esistenza.
Complessivamente lo stile è buono, divertente e originale, in grado di
rendere il testo scorrevole. Naturalmente, come in qualsiasi antologia
personale, troviamo alti e bassi tuttavia l'attenzione a caratterizzare
i personaggi e soprattutto il mostro protagonista di ogni
avventura riescono ad assestare l'interesse su buoni livelli.
L'unica perplessità che mi ha lasciato il Bestiario è a pagina undici:
'La cantina', il secondo racconto, viene scritto con un alternarsi di
tempi verbali cui non ho saputo trovare spiegazione. Peccato, altrimenti
avrei certamente dato qualcosa in più a un lavoro così frizzante e fuori
da luoghi comuni.
Dove è nato il libro? Visitate il sito www.xomegap.net e capirete. E'
l'indirizzo di un laboratorio di scrittura fondato dallo scrittore
insieme ad altri cinque amici nel 2004 e che col tempo ha sfornato
diverse produzioni targate il foglio edizioni o LAB.
Il bestiario è scaricabile a titolo gratuito dal sito www.innerlandscape.altervista.org comunque, per ogni copia venduta,
l'autore devolverà 1 euro al Centro Fauna Selvatica "Il Pettirosso".
Voto: 7,5
[Gianluca Giannattasio]
Incipit
Potrei essere lo sconosciuto con cui parlerai in treno per ingannare
un'attesa.
O la ragazza che corteggerai una sera in discoteca.
Prima mi piacerebbe conoscerti, ma non è strettamente necessario.
Magari mi accontenterò di fissarti con intensità dal tavolo di un bar.
Potrebbe anche essere già accaduto.
In questo caso è solo questione di tempo.
Presto o tardi verrà la notte in cui mi toglierò di dosso questa
puzzolente pelle da umano e, nascosto nel buio, attenderò che tu sia
solo.