di XoMeGaP (Autori vari) - pagine 249 - euro 15,00 - Giulio Perrone Editore
Dodici racconti che affrontano il tema della mutazione, spaziando dal noir alla
fantascienza, passando per lhorror e il fantasy.
Interessante progetto, questo XoMeGaP, laboratorio letterario che ha già dato vita
a unantologia (18 racconti di sogni e ombra), e ora si ripresenta per il bis,
con dodici che affrontano il tema della mutazione e spaziano un po fra tutti i
generi. La cerchia di amici-scrittori questa volta però si allarga, pescando anche fuori
dallunderground, e può contare sulle firme di Cecilia Randazzo (la saga di Hyperversum)
e Gianluca Morozzi (Blackout, Lera del porco, Labisso e
tanti altri romanzi).
È proprio Morozzi ad aprire la raccolta (Laltro), ma il suo racconto non
brilla e lascia uninsoddisfazione ulcerosa, a causa di una buona idea di fondo
sprecata da una messinscena povera e sbrigativa. Molto più raggiante la penna della
Randazzo (Lultimo giorno), che costruisce un fantasy tanto semplice quanto
completo sotto qualsiasi punto di vista: intreccio, narrazione, personaggi, che frullano
luoghi comuni e stereotipi in favore di duelli dialogici sempre ben scritti e avvincenti.
Sicuramente il miglior racconto del gruppo, assieme allopera del talentuoso Giuseppe
Sofo (Mute azioni), pezzo nerissimo accompagnato da una prosa poetica di una
bellezza a tratti commovente. Difficile sbilanciarsi con la lettura di un solo racconto,
ma Mute azioni è fresco, ispirato, musicale, e sicuramente una delle mie letture
più appaganti di questi ultimi tempi. Un gioiello a cui lunderground va già
stretto, nonostante la giovanissima età di Sofo (dell84, ma avanti lustri rispetto
ai suoi colleghi di penna).
Buone intuizioni narrative si possono trovare poi nei racconti di Fulvio Tosi (Spina
dorsale), estratto riflessivo aspro e ben dosato, Massimiliano Prandini, che già
conosco, con il curioso e godibile Il pozzo, ed Eliselle, che con Il fattore P. si addentra tra i problemi di una società di plastica, con un accento di implicito
umorismo benvoluto.
Purtroppo finisce tutto qui.
È arduo dare un giudizio sugli altri racconti, che in un paio di occasioni risultano
addirittura impresentabili, macchiandosi di uningenuità sconcertante e di una
scrittura ancora troppa acerba per finire su carta stampata con questa facilità. In
generale si sente il bisogno di un editing più cattivo e spietato, che brutalizzi certe
banalità e svergini un approccio più maturo, sia nelluso delle parole che nella
punteggiatura. Inutile disquisire sulle cascate di d eufoniche quando ci troviamo
di fronte a frasi chilometriche che vampirizzano i polmoni, e a una struttura portante
spesso confusa o semplicemente impalpabile.
Da aggiungere un prezzo non propriamente accessibile, che giustifica solo in parte la cura
nellimmagine di copertina e nellimpaginatura.
Serve a poco sbrodolare bugie e falsi apprezzamenti. Mutazioni, purtroppo, è una
raccolta che funziona a metà, e che avrebbe dovuto essere molto, molto, molto più feroce
nella selezione del materiale. Ciò non toglie niente alle prove sopraccitate: buoni
racconti, alcuni addirittura clamorosi, che per fortuna risollevano la valutazione
generale.
Voto: 6
[Simone Corà]
Incipit (dal racconto "Laltro" di Gianluca
Morozzi)
Questo è quello che è successo allinizio.
Un dèmone si era annidato nel cervello di suo padre.
E gli aveva ordinato di uccidere tutti.
Senza sapere nulla delle voci nella testa di suo padre, Didra era seduta al tavolo di
cucina della sua casa a sei chilometri da Limerick. Aveva tredici anni.
Il sole era tramontato. Sua madre stava lavando i piatti, canticchiando la canzone alla
radio. La canzone, un grande successo di un paio di stagioni prima, si chiamava Yesterday.
Suo padre era seduto in poltrona senza dire niente. Il dèmone gli stava sussurrando delle
cose nella testa.