di Brian Lumley - pagine 475 - euro 3,88 - Bompiani
Harry Keogh è un necroscopo: comunica con i morti, conosce il loro pensiero e può interagire con essi. Incaricato dai Servizi Segreti Britannici di fronteggiare la minaccia che proviene doltre cortina, Keogh dovrà fare i conti con il necroscopo della potenza avversa, il diabolico agente speciale Boris Dragosani. Vampirismo, necromanzia, paranormale costituiscono gli ingredienti di questo romanzo che oltrepassa i limiti del genere e mette al servizio dellhorror unavvincente vicenda spionistica: lo scontro fra due imperi diventa una guerra tra poteri soprannaturali che coinvolge i destini del mondo intero.
E questo non è che linizio della serie Necroscope,
giunta con successo in America già al quinto libro.
Ottimo romanzo di un altrettanto ottimo scrittore, Brian Lumley, più
noto però nella patria Inghilterra che non qui in Italia.
Le vicende narrate dal libro coprono un periodo di sei anni: dal 1971 al 1977. L'URSS è
ancora una forte realtà, siamo in piena guerra fredda e le superpotenze si affrontano
senza esclusione di colpi nell'ambito dello spionaggio internazionale.
E' da questi presupposti che Lumley parte, innestando fin da subito forti elementi
fantastici e sovrannaturali proprio nell'ambito della guerra fredda. Lo fa ipotizzando che
i servizi segreti di due grandi potenze (Gran Bretagna e Unione Sovietica) impieghino
persone dotate di poteri paranormali per rubare informazioni alla controparte.
Gli "agenti molto speciali" messi in campo da Lumley dispongono infatti di doni
molto particolari e spesso assai temibili: ESP, telepatia, preveggenza, spotting, perfino
la capacità di causare il malocchio e di compiere viaggi astrali nello spazio-tempo.
Protagonisti del romanzo sono, da un lato Harry Keogh, un giovane agente britannico,
ovvero un "necroscopo" con la facoltà di comunicare con le menti dei morti, e
dall'altra Boris Dragosani un rumeno, agente della controparte sovietica,
"negromante", capace di leggere e carpire dall'esame delle viscere dei cadaveri
tutti i loro più reconditi segreti.
Lumley sviluppa parallelamente la crescita umana e "professionale" dei due, fino
all'inevitabile ma non scontato "scontro finale". Il romanzo però gode di una
succulenta e fondamentale sottotrama che vede Dragosani instaurare, nel corso degli anni,
un ambiguo e pericoloso rapporto con l'ultimo discendente dei wamphyri (la versione del
vampiro di Lumley): Thibor Ferenczy, che imprigionato e sepolto sui monti della Romania
dai suoi nemici secoli prima, cerca disperatamente di ritornare all'esistenza facendo leva
sulla brama di potere e di conoscenza di Dragosani.
Degna di nota è la nuova chiave di interpretazione che Lumley dà del vampiro, non più
una creatura soprannaturale ma un essere umano che, in stretta simbiosi con un parassita
alieno - che pare uscito da un racconto di Lovecraft - acquisisce poteri sovraumani.
La scrittura di Lumley è molto pulita e coinvolgente, tanto da riuscire a tenere alto il
ritmo pur narrando vicende concentrate in un lasso di tempo decisamente lungo. L'autore
non lesina in descrizioni "orrorifiche" laddove servono, accontentando
senz'altro gli appassionati del genere.
Il punto di forza del romanzo è però senz'altro la grande inventività di Lumley, capace
di mischiare generi così diversi tra loro, quali spionaggio, horror paranormale, thriller
e vampirismo. Forse troppa carne al fuoco, ma gestita dall'autore con grande padronanza e
senza inutili pesantezze (traduzione: senza scrivere un tomo infinito!).
Purtroppo questo libro, uscito in Italia diversi anni fa, è reperibile solo nel mercato
dell'usato. Un vero peccato: se fosse uscito una decina d'anni dopo, avrebbe riscosso un
successo dieci volte maggiore.
A titolo di informazione, per chi fosse interessato a intraprenderne la lettura, avviso
che Necroscope è il primo di ben cinque libri già pubblicati dall'autore per il mercato
anglosassone quindi è assai probabile che i fili lasciati in sospeso in questa prima
parte vengano poi ripresi e chiariti nel corso delle storie successive.
Voto: 7,5
[Alessandro Girola]
Incipit
L'albergo, solamente a pochi passi da Whitehall, grande e piuttosto rinomato,
pretenzioso, pur senza sfarzo, non era propriamente quello che sembrava. L'intero attico
era stato ceduto a una società di imprenditori stranieri, e ciò rappresentava tutto
quello che il direttore dell'albergo poteva sapere sull'argomento. Gli occupanti di quella
sconosciuta zona superiore possedevano un ascensore personale sul retro dell'edificio,
rampe di scale private - anch'esse sul retro e non accessibili dall'interno dell'albergo -
e persino un'uscita di sicurezza separata.