di Danilo Arona - pagine 336 - euro 11,00 - Fratelli Frilli Editore
11 settembre 2001.
Da anni residente in Italia, il giornalista spagnolo Manuel Blanco, dinanzi alle terribili
immagini televisive delle Twin Towers in fiamme, riceve un inquietante documento via rete
dallAmerica. Il file sintitola Black Magic Woman, qualcosa di antico e di
familiare per Blanco che ha indagato a lungo in passato sui misteri del Palo Mayombe e i
suoi rapporti con le narcomafie. Quel resoconto, però, fa intravedere qualcosa di
diverso: dietro la tragedia delle Torri e le sue conseguenze nel mondo non cè solo
la sigla misteriosa di Al Qaeda, ma un più arcano livello esoterico che, nel nome del
Palo Mayombe e della magia nera islamica, fiancheggia il terrorismo scatenatosi nel mondo
occidentale...
E se la guerra che vediamo ogni giorno combattere in TV fosse soltanto la facciata di
sotterranea guerra psichica che una setta micidiale ha dichiarato allumanità? E se
le migliaia di vittime innocenti, soprattutto donne e bambini, da un parte e
dallaltra, altro non siano che pedine progettualmente sacrificabili sul fronte di
tale conflitto? E se i tanti misteri di una cronaca impazzita (ragazzini uccisi e/o
scomparsi così come giovani donne) e le sue troppe apocalissi quotidiane rientrassero in
questo mortale disegno?
E solo fantasia. Forse... Ma nel gennaio 2002, quando un piccolo di sei anni è
misteriosamente assassinato in una villa sulle alture genovesi, Blanco - con l'aiuto di un
anziano professore universitario e un tenente colonnello dell'Arma - scopre che il
preambolo di tanto moderno terrore potrebbe addirittura risalire alla Londra del 1888,
dove impazzava Jack lo Squartatore. Un lontano passato che si riverbera nella storia
criminale dell'ultimo ventennio italiano, dove gli orribili delitti del mostro di
Firenze s'incrociano ad altri inspiegabili e sanguinosi fatti di cronaca:
Castelluccio dei Sauri, Novi Ligure, Chiavenna, gli omicidi di Donato Bilancia...
Danilo Arona è una delle firme più affermate e autorevoli del ristretto
parco autori di genere prettamente horror in Italia. Il suo stile, oramai inconfondibile,
è un apprezzato marchio di fabbrica. Anche in Black Magic Woman
lautore non tradisce lo stile che da sempre preferisce: il romanzo
occultistico-esoterico presentato sotto forma dapprofondimento giornalistico.
Ambientato tra Piemonte e Liguria (in primis Bassavilla città cult dei romanzi
di Arona), il romanzo rielabora ciò che sta accadendo ai giorni nostri cercando di porlo
da un differente punto di vista: quello misterico e magico. In questo modo si mischiano
magistralmente elementi apparentemente antitetici quali attualità e antichi riti,
terrorismo e superstizioni ataviche, mondo moderno e mondo spirituale.
Arona non lesina in teorie e approfondimenti, sfruttando il taglio quasi cronistico del
romanzo e giustificando mirate disgressioni in campo esoterico con lintervento di
Alex Grandoni, un altro dei protagonisti del libro, sensitivo genovese e forse alter ego
dellautore stesso.
Lorrore evocato da Arona nasce dal quotidiano, dai piccoli orrori della provincia
sonnolenta, annondandosi poi, in modo sapientemente verosimile, a scenari sempre più
grandi, fino a scoprire trame occulte che mettono in pericolo lesistenza stessa del
mondo così come lo conosciamo.
La vicenda principale del romanzo è alternata da brevi storie collaterali che, pur
nascendo dalla trama-madre, sono autoconclusive e aiutano il lettore a percepire la
grandezza del Male che con le sue spire rischia di avvolgere qualunque cosa.
Quel Male che, nei romanzi di Arona, dà sempre limpressione di essere così forte,
inarrestabile e inevitabile tanto che, man mano che si prosegue nella lettura, sorge
spontaneo un senso di pessimismo, accompagnato dal dubbio: ciò che lautore racconta
è davvero solamente frutto della sua fantasia creativa?
Voto: 8
[Alessandro Girola]
Incipit
Il fuoco.
Il Diavolo nel fuoco.
Il fuoco che sale e divora.
La mia testa, i miei occhi, quegli immani pilastri di fuoco e acciaio rovente che si
fanno largo e si espandono negli atomi del mio sguardo.
È come un urlo, il fuoco.
Nello schermo tutto sembra dilatarsi in un gioco strano, confuso in un battito che ti
spaventa. Che ti spacca il cuore e ti ottenebra il cervello.
Per questo ho stretto i pugni e ho cercato di respirare, ma non ci sono riuscito.
Il televisore e le immagini dellinferno sulla Terra che scorrono, di continuo. Ho
distolto gli occhi e li ho immersi nello schermo del computer, la posta elettronica aperta
e quel titolo strano: Black Magic Woman, il file spedito dallAmerica senza
uno straccio di mail daccompagnamento da David, il mio corrispondente che vive a
Morristown nel New Jersey, ai margini dellApocalisse. Un titolo che sembra riferirsi
a un classico della musica pop, immortalato da Santana ma scritto da Peter Green quando
stava con i Fleetwood Mac. Un titolo che adesso mi fa rabbrividire, come un elemento fuori
posto, uno sprazzo di caldo bituminoso in una coltre gelida.
11 settembre, proprio quella data. Io, Manuel Blanco, giornalista spagnolo da
quasi tre anni residente fisso in Italia. Lanima in subbuglio e le budella ritorte
per quello che sto vedendo in televisione fra le fiamme delle Twin Towers. E un collega
americano che, in un frangente del genere, intende sollazzarmi con Santana e le sue turbe
amorose.
Non ho aperto quel documento subito. Ho avvertito la necessità di affrontare il dramma da
un angolo differente. Di assaporare lincubo attraverso il cuore di un altro, uno di
cui mi fidavo. Un modo forse stupido ed effimero di prendere le distanze dalla confusione
e dalla paura, di rimandare la resa dei conti col reale in attesa di trovare
lenergia necessaria. Così ho dato la precedenza allo struggente Requiem di
Alan D., il mio amico scrittore di Los Angeles, che sta scrivendo di getto
dellimpatto del secondo aereo e che mi colpisce diritto al centro del petto,
palpitando per la sua ex moglie Caren, salva per miracolo da Ground Zero sotto una pioggia
battente di cadaverica polvere biancastra...