di Alessandro Del Gaudio - pagine 256 - euro 13,00 - Magnetica Edizioni
Ingredienti per un romanzo fantasy: un giovane protagonista ordinario ma coraggioso, una compagnia di eroi, una Regina prigioniera, un malvagio con molti alleati, mostri e strane creature a volontà, magie, battaglie, tradimenti, qualche storia damore e una guerra finale, dove il bene, anche se a caro prezzo, trionferà. Dovrebbe esserci tutto... ed è più o meno quello che potete trovare nel romanzo di Alessandro Del Gaudio. In questa sua prima esperienza nel genere lautore riesce a presentare tutte le classiche figure care alla tradizione fantasy.
Lugo, il protagonista, è un adolescente come tanti che vive ad Alphane, una città del pianeta Geon, e che è il prescelto per guidare una compagnia eterogenea di eroi verso la città dellInverno, dove la Regina è tenuta prigioniera dalle forze del male.
Dopo innumerevoli avventure e battaglie la compagnia degli otto giunge allo scontro
finale, in cui, non senza perdite, riuscirà ad avere la meglio sul Sindallion, il Signore
del Male, circondato dai suoi terribili servitori. Niente di nuovo, dunque? Non proprio.
Il Regno di Vassane, dove si svolge gran parte dellazione, è confinato
dallautore in una dimensione parallela, nella quale si vive ancora in perfetto stile
medievale, mentre linizio della storia si svolge in un contesto futuro, su un
pianeta che non è la Terra, ma che è un suo diretto discendente, e dove le città sono
simili alle attuali metropoli (con simili pregi e difetti).
Siamo, quindi, di fronte a unidea ambiziosa e impegnativa; un progetto
autoconclusivo, che proprio per questo motivo mette subito in chiaro il suo intento di
rischiare e di trattenere il respiro.
Detto questo è dobbligo sottolineare, prima di esprimere un giudizio e di iniziare
la lettura, che il romanzo nasce dallamore per questo tipo di letteratura, ed è un
omaggio dichiarato a grandi autori come Ende, Tolkien, Brooks, Weis, Hickman e molti
altri. Inutile sorprendersi, quindi, se leggendo sincontreranno, quasi da subito,
tutti i cliché fantasy, spesso utilizzati in modo classico, e alcune volte innovati con
originalità. Ecco dunque comparire, a fianco delle spade magiche e degli animali
parlanti, un eroe robot dal cuore doro (Torgal) o unamazzone (Teryx) che,
assieme al lucertolone Molok, sono indubbiamente tra i personaggi meglio riusciti e a cui
ci si affeziona maggiormente.
Un fantasy riuscito, dunque? Non del tutto. Il fatto che vi si presentino tutti, ma
proprio tutti, i tratti caratteristici del genere, cozza contro la lunghezza del libro
che, limitandosi nel numero delle pagine, anche se dense, non riesce a
sprigionare la carica di suggestione che la creazione (letteraria) di un mondo fantastico
richiederebbe. A tratti si ha limpressione che sia stata messa troppa carne al fuoco
e che gli avvenimenti, in certi frangenti, siano stati raccontati in fretta. Alcuni
personaggi, pur giocando ruoli di tutto rispetto, rimangono poco visibili (al lettore) e
nei momenti più concitati si soffre la sensazione di volerne sapere di più e di vedere
più particolari. Questa caratteristica è confermata dal fatto che in quasi tutti i
capitoli si svolgono scene dazione e che, a un certo punto, si percepisce la
mancanza di un passaggio disteso e descrittivo, che permetta di entrare in contatto con i
personaggi e con i loro pensieri, piuttosto che con le loro azioni.
Se da un lato, però, questa ricchezza di eventi genera nel lettore, soprattutto
inizialmente, una sorta di confusione, dallaltro è un valido dispositivo per
invogliare alla lettura. La sensazione iniziale che tutto si svolga troppo rapidamente,
quindi, va considerata con una certa indulgenza, così come lutilizzo sistematico
dei cliché fantasy.
Due considerazioni, infine, riguardano laspetto grafico e quello di editing. Grazie
a un adeguato font, sia interno, sia di copertina, e ai disegni ad hoc alla
fine di ogni capitolo, il libro si tuffa, prima ancora diniziarne la lettura, nel
mondo medievaleggiante in cui è ambientato. Per contro, però, nei primissimi
capitoli, paiono concentrarsi alcuni piccoli refusi e imperfezioni che indispettiscono il
lettore, ma che, fortunatamente, si riducono con landare delle pagine, rientrando
nella normale tara di ogni romanzo.
Voto: 6
[Gelostellato]
Incipit
Dicevano che nuotasse nel cielo più che volare, questo era il segreto di Len.
Chi la vedeva, i pochi fortunati, sostenevano che non c'era niente di più bello al mondo
che vederla destreggiarsi tra le nuvole e le attribuivano gli epiteti più altisonanti: La
Signora delle Aquile, La Regina delle Stelle, La Cacciatrice del Cielo, La Bella Signora
dai Capelli Turchini, La Passeggiatrice delle Nuvole, La Messaggera Celeste, e così via.
Di fatto nessuno sapeva da dove provenisse. Persino una città come Albacoeli, che doveva
la sua notorietà, tra l'altro, alla bellezza della sua volta azzurra, priva di nubi per
quasi tutto l'anno, non avrebbe mai pensato che potesse capitarle di imbattersi un giorno
in una simile manifestazione di splendore. Dopo solo due mesi dalla sua prima apparizione
già i genitori raccontavano ai bambini la storia Len per farli addormentare, e sapevano
di affidarli in buone mani mentre si avviavano lungo la scala che li conduceva nel mondo
dei sogni.
Ma nessuno era disposto a credere che Len fosse vera, che non fosse un prodotto della
scienza, una proiezione olografica come tante altre, più di tante altre che era possibile
vedere in giro. Insomma nessuno credeva che esistesse veramente, a parte pochi sognatori
che la gente non esitava a considerare come dei semplici visionari.