di Howard P. Lovecraft - pagine 92 - euro 0,52 - Gruppo Newton
Quali orrori innominabili si nascondono nelle oscure foreste di Dunwich? Cosa produce i misteriosi rumori che provengono dagli abissi della terra? La bizzarra famiglia Whateley è la causa degli strani fenomeni che stanno terrorizzando gli abitanti di Dunwich. "L'orrore di Dunwich" è il pregevole racconto che dà il titolo anche a questa piccola antologia dedicata all'immenso Lovecraft.
Le altre opere del libro sono lo splendido "Il colore venuto dallo spazio", che descrive i terribili poteri di un meteorite precipitato sulla Terra. Conclude l'antologia "La Maledizione di Yig", ossia la storia del malefico dio-serpente tanto temuto dagli indiani d'America. Voto: 8,5
Incipit
Quando un viaggiatore, nel Massachussets del centro-nord, prende la strada
sbagliata al bivio del Picco di Aylesbury, subito dopo Dean's Corner, entra in un
territorio solitario e curioso. Il terreno sale, e i muretti in pietra bordati di rovi si
stringono sempre più addosso ai solchi della strada polverosa e tutta curve. Gli alberi
delle numerose strisce di bosco sembrano troppo grossi, e le erbacce e i cespugli crescono
lussureggianti, come è raro che capiti nelle regioni abitate. Nello stesso tempo, i campi
coltivati appaiono stranamente pochi e sterili, mentre le case sparpagliate qua e là
hanno un'aria di antichità, squallore e sfacelo, sorprendentemente uniforme.
Senza sapere il perchè, si esita a chiedere informazioni alle figure rozze e solitarie
che di quando in quando si scorgono sulle soglie rovinate o sui prati in pendenza e
cosparsi di rocce. Queste figure sono così silenziose e furtive che ci si sente come
posti di fronte a cose proibite, con cui sarebbe meglio non avere a che fare.
Quando un rialzo della strada porta alla vista le montagne al di sopra dei folti boschi,
lo strano senso di disagio cresce. Le cime sono troppo arrotondate e simmetriche per dare
una sensazione di tranquillità e naturalezza, e talvolta il cielo contorna con
particolare chiarezza i bizzarri circoli fatti di pilastri di pietra con cui la maggior
parte di esse sono coronate.
Burroni e gole dalla profondità preoccupante tagliano la strada, e la solidità dei rozzi
ponti di legno sembre essere dubbia. Quando la strada torna a digradare, appaiono tratti
acquitrinosi che destano un'istintiva ripugnanza, e quasi terrore, la sera, quando
schiamazzano invisibili succiacapre e le lucciole, insolitamente abbondanti, escono a
danzare ai ritmi rauchi e orridamente insistenti dei rospi che gracidano striduli. La
sottile linea luminosa del corso superiore del Miskatonic esercita una strana suggestione,
come quella di un serpente, snodandosi proprio ai piedi delle colline a cupola tra cui
sorge.